Scultore francese, Auguste Rodin nasce il 12 novembre 1840 a Parigi. Le sue opere lo hanno reso noto soprattutto per la capacità delle stesse di esplorare il potere espressivo del corpo umano. La sua carriera prende avvio come apprendista artigiano; non manca l’impegno negli studi, frequenta, infatti, l’École des Arts Décoratifs e all’École des Beaux-Arts di Parigi.
Il successo tra le braccia della sensualità
Trovare il riconoscimento artistico non è stato semplice e immediato, ciò l’ha portato a lavorare per molti anni come artista di decorazioni architettoniche. Nel 1880 il punto di svolta arriva con la creazione de Il bacio, opera che gli ha fatto guadagnare notorietà e successo.
Anche in questo caso la scultura non ha riscosso subito successo. Quando è stata presentata per la prima volta ha suscitato molto scalpore per la sua sensualità e l’intensità delle espressioni dei personaggi. Raffigura una coppia coinvolta in un abbraccio passionale che trova compimento assoluto nel dolce incontro delle loro labbra; espressione di intensità emotiva e passione. Questa composizione carica di emozioni sembra quasi opporsi e sciogliersi alla rigidità del marmo che l’accoglie.
La sua notorietà è strettamente connessa al suo stile scultoreo innovativo, a renderlo distintivo: l’enfasi sul movimento, la tensione emotiva e il realismo dettagliato. Le sue sculture, spesso, ritraggono figure umane in pose contorte che esprimono il dinamismo di una vasta gamma di emozioni.
Riflessioni alle porte dell’inferno
Tra le tante opere di Rodin, quella che voglio portare alla tua attenzione adesso è il pensatore, realizzata nel 1880. Si tratta di una scultura che rappresenta una figura maschile seduta, la posizione nella quale essa è rappresentata non lascia margine di errore a una prima interpretazione: una figura profondamente assorta nei suoi pensieri. Immagino ti stia chiedendo come mai abbia scelto come titolo di questo articolo: riflessioni davanti le porte dell’inferno. Cosa c’entra l’inferno? Adesso Tela spiego.
Il pensatore è stato realizzato come parte di una serie di sculture chiamate Les Portes de l’Enfer (le porte dell’inferno), che Rodin stava realizzando per progetto previsto da un museo di arti decorative di Parigi. Il compito prevedeva una composizione di numerose figure scolpite finalizzate a divenire parte integrante della porta d’ingresso del museo. Tuttavia, quest’ultimo non fu mai realizzato e la scultura rimase autonoma, lasciando il lavoro complessivo incompiuto. Nonostante ciò, Rodin ha lavorato per gran parte della sua vita a quest’opera, curandola costantemente con modifiche e aggiunte per perfezionare la resa finale.
La divina ispirazione
L’opera prende chiara ispirazione dall’inferno di Dante Alighieri, proponendo immagini scultoree che rappresentano le diverse scene e figure presenti nel poema. Analogamente all’opera dantesca, anche quella di Rodin ambiva a essere grandiosa e complessa. Ambizione che trova espressione nella grandezza stessa del progetto della porta: alta circa sei metri, larga tre e studiata per comprendere oltre 180 figure. Nel realizzare il complesso lo scultore ha tratto ispirazione anche da altre fonti, tra cui la mitologia greca e la storia dell’arte. Nonostante l’opera sia rimasta incompiuta, Rodin stesso la considerava una delle più importanti da lui realizzate. Il progetto si è presentato all’artista sotto le vesti di un vero e proprio laboratorio creativo, che gli ha fornito la possibilità di esplorare forme ed espressioni delle figure umane in varie pose e atteggiamenti.
Adesso torniamo ancora un attimo al nostro amico pensatore e analizziamone la conformazione. Si presenta alto circa 186 centimetri e il materiale in cui è stata realizzata è bronzo. La figura del Pensatore è diventata una delle opere d’arte più riconoscibili e famose al mondo: rappresenta l’umanità in meditazione, lotta e riflessione profonda. La posa potente e le forme muscolari accentuate trasmettono all’osservatore una chiara sensazione di forza e intensità.
Riflessioni su sguardi interiori
Quella appena riportata, è solo una delle tantissime chiavi di lettura di quest’opera. È una figura che lascia spazio a diverse interpretazioni, in base alle diverse prospettive dalle quali la si può osservare. Proverò a condurti oltre la cornice, o meglio oltre il bronzo, per presentarti alcune delle interpretazioni che sono state formulate.
La prima che voglio presentarti vede il nostro protagonista come personificazione dell’atto del pensiero filosofico. Traducendo quest’immagine in parole, possiamo affermare che Il pensatore sia un pretesto fisico che esaurisce in lui l’intera umanità impegnata nella riflessione attorno a questioni esistenziali. Rappresenta, dunque, la contemplazione e la costante ricerca della verità.
Traslando il focus su una prospettiva più individualista, troverai esplicita l’espressione dell’angoscia e del conflitto interiore dell’uomo. A suggerire quest’interpretazione aiuta la posa contratta del pensatore, con la testa appoggiata sulla mano. Può essere vista come una manifestazione fisica della lotta e della tensione interiore.
L’ultima delle interpretazioni che voglio portare alla tua attenzione vede il pensatore come un simbolo del processo creativo. Lo stesso Rodin suggerisce in parte quest’ultima, rivelando che la scultura rappresenti uno scrittore che riflette sulla sua opera. Con questa chiave di lettura varchiamo una porta che ci fa accedere a una stanza in cui regna la concentrazione in tutta la sua intensità, fondamentale per la creazione di opere d’arte significative.