Bojack Horseman è uno dei personaggi più iconici della serialità contemporanea. È un personaggio complesso, narcisista, ma con una forte tendenza all’autodistruzione. La sua doppia natura è esemplificata da un celebre quadro, simbolo del movimento Pop Art. Se non hai colto la citazione, tela spiego in questo articolo.
L’autodistruzione di una star
Bojack Horseman è una serie animata realizzata da Netflix e ambientata nel mondo del cinema, più in particolare ad Hollywood. La particolarità principale della serie è la convivenza di personaggi umani con personaggi antropomorfi. La serie riesce ad unire efficacemente una vena satirica, che prende di mira la vita delle star e l’industria cinematografica, e un’approfondita analisi dell’interiorità dei personaggi.
Protagonista della serie è Bojack Horseman, che dà anche il suo nome al prodotto. È un attore che vive di rendita per il successo di una serie degli anni ’90, in cui ha interpretato il ruolo del protagonista. Da allora la sua vita è stata costellata di insuccessi, stati depressivi e dipendenza da sostanze e alcol. Bojack si ritrova a ripercorrere alcuni passi della sua vita quando la giovane giornalista indipendente Diane Nguyen, e fidanzata del suo rivale Mr Peanutbutter (cane), viene incaricata di scrivere una biografia sul cavallo. Altri personaggi importanti sono la sua ex-fidanzata e attuale agente Princess Carolyn (gatto) e il suo coinquilino Todd.
Tutte le stagioni possono essere viste come una parabola molto cruda nella mente di un narcisista egoista autodistruttivo che non fa altro che mettere se stesso al primo posto. Bojack si ritrova spesso ad affrontare i fantasmi del passato, spesso continuando a compiere gli stessi errori. Scopre dopo decine gli effetti deleteri dei suoi comportamenti sulle persone che gli stavano intorno. Arriva addirittura a rendersi conto che i suoi comportamenti non cambiano dopo il rehab e che dunque il vero problema è lui, non le droghe e l’alcol con cui aveva annebbiato i suoi anni di depressione. La serie ci mette davanti al lato peggiore di noi. Anzi, alla versione peggiore di noi.
Non posso continuare a mentirmi dicendo che cambierò. Io sono veleno. C’è veleno nel mio passato, c’è veleno dentro di me e distruggo tutto ciò che tocco. È questa la mia eredità. Ho sprecato completamente la mia esistenza. E non c’è nessuno che stia meglio dopo avermi conosciuto.
Bojack Horseman
Arte di sfondo
Un segno del genio della fumettista Lisa Hanawalt, che ha disegnato la serie, è la riproposizione di alcuni classici dell’arte moderna e contemporanea negli sfondi delle scene, ridisegnati per essere in linea con lo stile della serie. Per stessa ammissione della disegnatrice, l’intento era quello di creare delle parodie divertenti da inserire in secondo piano.
Tra tutte le opere che possiamo intravedere nel corso della serie, ce n’è una in particolare che ruba la scena, un quadro che Bojack ha nel suo ufficio e che lo accompagnerà per tutto il percorso di autoanalisi a cui assistiamo puntata per puntata. Si tratta di Ritratto di un’artista di David Hockney.
Un quadro da record
David Hockney è considerato uno dei pionieri e massimi esponenti della Pop Art, rendendo il suo stile unico grazie alla combinazione delle sue opere con la forte componente autobiografica. Ad esempio, era apertamente gay (ha fatto coming out nel 1957, quando l’omosessualità era ancora illegale sia negli Stati Uniti che in Inghilterra) e le sue scelte cromatiche, incentrate sul rosa, sul viola, sul giallo e sul verde, sono un pretesto di sostegno dell’omosessualità.
Il quadro citato nella serie, ovvero Ritratto di un’artista, è il suo quadro più famoso e più iconico. Per un breve periodo è stata addirittura l’opera più costosa di un’artista vivente per la cifra record di 90,3 milioni di dollari, prima di essere superata dalla scultura Rabbit di Jeff Koons (91,1 milioni). In esso ritrovano due tòpoi delle opere del pittore: le piscine, simbolo dello stile di vita californiano, e le piante verdi. Hockney è sempre stato affascinato da Los Angeles, soprattutto per la presenza dell’industria cinematografica di Hollywood. Questo potrebbe spiegare la scelta del quadro per la casa di Bojack ma non è l’unica motivazione.
Da un altro punto di vista
Nel finale della serie, Bojack decide di regalare questo quadro a Princess Carolyn, dono che fa da contraltare al record battuto dal quadro nella vita reale. Qui, un breve dialogo fornisce un’altra chiave di lettura per la scelta, più profonda della semplice corrispondenza geografica.
“Guarda cosa ti ha portato lo zio BoJack, Ruthie. È un’interpretazione pop-art anni ’70 del mito di Narciso, decisamente adatta per un bambino!”
“Narciso?! Credevo fosse un mio ritratto!”
In realtà, la genesi del quadro è pressoché casuale: Hockney si è ispirato a delle foto distribuite sul pavimento del suo studio. In particolare, ha combinato l’immagine di un uomo che nuota e quella di uomo che guarda per terra. L’artista dipinge l’uomo in piedi con le fattezze di Peter Schlesinger, il suo ex-fidanzato, e dipinge in questa scena la fine del loro rapporto, con Schlesinger che guarda un altro uomo.
Il tono nostalgico e malinconico della scena conferiscono al quadro l’idea che, al di là delle intenzioni del pittore, ci sia anche una critica al lusso losangelino, svelando la vacuità e la solitudine che giacciono sotto il pelo dell’acqua. L’uomo in piedi è una figura misteriosa e cangiante, erotica e minacciosa, non si sa se autoritaria, affettuosa, o pronta a dire addio. Nel rapporto con se stesso, il personaggio di Bojack incarna bene entrambe le nature della figura. Egli presenta sia le caratteristiche di un narcisista, innamorato di se stesso, sia quelle del suo più grande nemico.
Questo è quello che emerge dall’analisi di uno dei quadri presenti nella serie, ma se ne possono trovare a decine. Spero che questa analisi abbia stimolato la tua curiosità e noi ci vediamo alla prossima puntata!