Bocca vermiglia, pelle pallida e viso travolto da una cascata dorata di lacrime e capelli. Lacrime d’oro, Lacrime di Freyja, sono queste le caratteristiche della protagonista che giace oltre la cornice dell’opera di cui parleremo più avanti. La presenza dell’oro di Bisanzio, il fascino onirico e sensuale della figura e il taglio della composizione fanno pensare che sia uno dei dipinti di Gustav Klimt; vedremo insieme che non è così, ma andiamo con calma, Tela spiego più avanti.
Voci d’antichità: la mitologia norrena
Per comprendere quest’opera è necessario fare un salto tra miti e leggende legati alla storia della sua protagonista. Lascia che ti conduca oltre la cornice per fare un passo indietro e tuffarci a capofitto nella mitologia norrena. Sistema di credenze mitologiche e religiose diffuso tra i popoli germanici del Nord Europa. In particolare tra gli antichi abitanti dei territori corrispondenti all’attuale Scandinavia, e zone circostanti, durante l’età vichinga e prima della diffusione del cristianesimo nella regione.
La mitologia norrena comprende un vasto pantheon di dèi, dèe, creature mitologiche e leggende che descrivono la creazione del mondo, la lotta per il potere, le interazioni tra dèi e uomini, e il destino dell’universo. Tra queste figure, oggi ti racconterò in breve la storia di Freyja, una delle divinità più importanti tra tutte.
Potere, bellezza e magia della dea norrena
Dea che era associata a diversi aspetti, tra cui l’amore, la bellezza, la fertilità, la guerra e la magia. Conosciuta anche come la dea dell’amore sensuale e dell’erotismo. Considerata una figura molto attraente e potente, spesso descritta come una donna affascinante con capelli d’oro. La sua residenza era il palazzo di Folkvangr, dove riceveva metà degli eroi caduti in battaglia, questo poiché rappresentava anche una figura guerriera. Comandava il Valhalla, luogo dove gli eroi caduti in battaglia andavano dopo la morte, anche se tradizionalmente associato al dio Odino e non a Freyja.
Una delle storie più conosciute che riguardano questa dea vede coinvolti dei nani e dell’oro. A questo punto, immagino che la curiosità sia tanta, ma non preoccuparti, Tela spiego subito.
Secondo il mito, Freyja era nota anche per il suo amore per l’oro e i gioielli. Un giorno, mentre camminava nei boschi, incontrò quattro nani, conosciuti per essere abili fabbri, che possedevano una collana straordinaria fatta di magici lingotti d’oro e chiamata Brisingamen.
Attratta dalla bellezza della collana, Freyja chiese loro se poteva acquistarla o ottenerla in cambio di un grande tesoro. I nani non erano interessati al tesoro, volevano qualcosa di più prezioso: chiesero, quindi, che Freyja passasse una notte con ciascuno di loro in cambio della collana. La dea, desiderosa di possedere l’oggetto, accettò la loro richiesta e trascorse quattro notti con ciascuno di loro.
Dopo aver ottenuto la collana, tornò nella sua dimora. La notizia del suo accordo con i nani si diffuse in fretta, e alcuni dei principali dèi norreni, tra cui Odino (padre degli dèi), iniziarono a criticarla per il suo comportamento. In particolare, questo disapprovava l’idea che una dea così potente e rispettata avesse accettato di pagare con il suo corpo una collana.
Nonostante le critiche, Freyja mantenne la collana e la sua reputazione rimase intatta. Brisingamen divenne uno dei suoi tesori più preziosi, ed era spesso descritta come un simbolo della sua bellezza e del suo potere. Sono diverse le leggende e i miti che coinvolgono la figura di questa dea. Adesso però tralasciamo la mitologia per rifugiarci nei colori che assemblano la sua presenza sulla tela.
Mitologia su tela: lacrime di Freyja
Prenditi del tempo. Osserva l’opera. Uno stile inconfondibile no? L’uso della foglia d’oro, il fascino sensuale, i colori che avvolgono la presenza di una figura femminile: stiamo parlando di Gustav Klimt.
Eh no. Mi dispiace deluderti, ma non è così. L’opera nasce dall’arte di Anne Marie Zilberman, pittrice contemporanea francese, diventata famosa per l’erronea attribuzione di questo dipinto a Klimt.
Nonostante l’assonanza di stile, guidato dall’uso della foglia d’oro, l’attribuzione dell’opera al celebre artista austriaco è stata smentita subito. Basta osservare il celebre Bacio di Klimt per notare le differenze che contraddistinguono le loro espressioni artistiche. A partire dalle pennellate che regalano vita alle opere, quelle del pittore austriaco risultano fluide e delicate, in contrapposizione con lo stile materico e denso adottato da Zilberman.
Possiamo rintracciare questa “pesantezza” anche nella rappresentazione della fanciulla, la quale si presenta ai fruitori dell’opera con una maschera di trucco che cade nelle rappresentazioni sensuali di Klimt, cui figure femminili riportano solo le labbra e le gote con una leggera tinta rossa. Questo perchè Klimt amava dipingere le donne delle sue tele con un accento posto principalmente sulle loro labbra.
Alba e tramonti di amore celeste
Riprendendo il filo della storia di questa dea, ti racconterò della leggenda che ha ispirato il quadro. Nonostante gli dèi nordici siano per lo più valorosi guerrieri, ogni tanto si concedono qualche momento romantico, è questo il caso di Freyja e Odur, il dio che percorre la volta celeste alla guida del carro del Sole.
In nome del proprio dovere divino, Odur è costretto ad allontanarsi dall’amata ogni giorno, per lunghi viaggi. Davanti alla distanza, Freyja non riesce a trattenersi dal piangere. In quanto dea, non ti aspettare che pianga le tue stesse lacrime. Ad accarezzare le sue gote sono gocce d’oro rosso che scendono in maniera burrascosa dai suoi tristi occhi e che tingono di rosso malinconico il momento del saluto con l’amato, l’alba. Compiuto il suo dovere, Odur può tornare dalla sposa, la quale felice di rivederlo versa lacrime di commozione. È così, che ogni tramonto si colora di toni caldi e dorati, figli dei sentimenti della dea norrena.
Come sempre, spero che portare lo sguardo oltre la cornice di quest’opera ti abbia regalato un piacevole viaggio dentro l’arte e oltre la cornice. La riflessione con la quale voglio salutarti riguarda le lacrime di Freyja. Oltre a essere genitori dei colori delle albe e dei tramonti, sono lacrime d’oro che ci fanno riflettere su un’importante questione: il valore della sofferenza.