Se ti chiedessi di individuare una corrispondenza tra l’ossimoro e un’opera d’arte cosa ti verrebbe in mente? Probabilmente starai pensando agli anni del surrelismo, in cui i quadri sono caratterizzati da forme ordinate e razionali, ma con contenuti astratti e di difficile intuizione. Il nostro sguardo sarà volto all’arte di uno dei principali esponenti di questa corrente: René Magritte.
Enigma di realtà portato su tela
All’interno delle tele di René Magritte troviamo la confusione e l’inquietudine tipica dell’uomo moderno dinanzi al tentativo di fornire una spiegazione al mistero della vita: scopo della sua arte è dipingere l’assurdo della realtà quotidiana. L’elemento costante che caratterizza l’intera produzione artistica di Magritte è senza ombra di dubbio l’accostamento inconsueto di diversi elementi. Conoscerai sicuramente l’opera in cui l’artista rappresenta un cielo abitato da tre elementi: una nube, un sasso e una falce di luna.
Conflitto tra sogni e ragione
“La realtà non è mai come la si vede: la verità è soprattutto immaginazione”
Nonostante le rappresentazioni riconducibili a elementi noti e reali, la grandezza di Magritte va ricercata nella trasformazione del quotidiano in illusione e sogno, dichiarando guerra aperta alla ragione. Le opere di Magritte si spingono aldilà del razionale, varcano le soglie dell’ordinario e conducono l’osservatore in un viaggio di introspezione.
I protagonisti della tela oggetto della nostra analisi sono due figure sospese per aria, su uno sfondo di nuvole grigie e cariche di pioggia. Prima di procedere con le nostre considerazioni, prenditi un attimo per osservare l’opera e lasciati trasportare dalla tua mente nel cercare di individuare un senso al suo ordinario surrealismo. Nel caso in cui non riesca a trovare nessun significato nascosto, non preoccuparti Tela spiego io.
Due passi per le vie del cielo
Osservando il dipinto sono sono tante le ipotesi che i vari osservatori possono formulare, ma Magritte ha deciso di assegnare un titolo che restringe l’area di interpretazione. La vera protagonista è infatti l’arte della conversazione, la magia che conservano le parole scambiate quando si comunica con l’altro. Possiamo affermare che si tratti di un’opera manifesto dell’amore che l’artista prova per il dialogo.
Indagando più a fondo il significato che questo conserva nell’immaginario di René Magritte, potremmo dedurre che per il pittore conversare significava anche solamente stare in silenzio in compagnia di qualcuno in grado di comprendere lo stesso silenzio. Conversare non è necessariamente un sinonimo di parlare, esistono sguardi che scandiscono parole più chiare della bocca e gesti più rassicuranti di un discorso.
Far parlare il silenzio
Quando conversiamo con una persona che possiede le capacità di far parlare anche i nostri silenzi, ci sentiamo capiti a tal punto che si ha la sensazione di volare: elevati da discorsi saturi di significati ed emozioni.
Così, come le figure di questo quadro, ci si dimentica del tempo e dello spazio in cui ci si trova, per essere immersi in una nuova dimensione in cui ci rendiamo conto di esistere perchè ci vediamo riflessi negli occhi dell’altra persona: esistiamo perchè è l’altro che ci fa esistere, esistendo.
Mi auguro che volgere lo sguardo oltre le cornici del surrealismo abbia suscitato in te spunti di riflessione. Ti aspetto al prossimo appuntamento della nostra rubrica dentro l’arte.